
Tutti i benefici del ginkgo biloba
Un tempo chiamato solo ginkgo, poi è stato conosciuto come ginko o solo come ginkgo biloba. In ogni caso questa è una delle piante più note, antiche e conosciute della terra anche per le sue proprietà benefiche. Può essere assunto in forma di gocce, capsule e compresse. Ma perché è così famosa? A cosa serve e quali sono le sue proprietà? Scopriamolo insieme.
SUPER SINTESI dell’ARTICOLO
Cos’è e a cosa serve il ginkgo biloba
Il ginkgo biloba è una pianta appartenente alla famiglia delle Ginkgoaceae la cui fioritura avviene prevalentemente nei mesi primaverili ed estivi. Questa pianta, che ha origini giapponesi, è conosciuta per le numerose proprietà benefiche per il nostro organismo derivanti dal contenuto di principi attivi i quali agiscono a diversi livelli:
Per approfondire: bere acqua fa dimagrire?
Microvascolare
Favoriscono la micro-circolazione sanguigna attraverso la riduzione degli spasmi delle arteriole con conseguente diminuzione della vasocostrizione ed aumento della vasodilatazione. Inoltre aumentano la fluidità del sangue riducendo l’azione del fattore aggregante piastrinico (PAF).
Queste proprietà vascolari risultano importanti nella prevenzione delle patologie ischemiche cerebrali e nello sviluppo di patologie cerebrali correlate con l’età.
Nootropo
Aiutano il rilascio, a livello cerebrale, di neurotrasmettitori (migliora in particolare i sistemi glutammatergico, dopaminergico e colinergico), enzimi e ormoni, migliorano l’apporto di ossigeno al cervello e stimolano la crescita delle cellule nervose.
In questo modo favoriscono il miglioramento delle funzioni cognitive tra cui memoria, apprendimento, resistenza, attenzione e concentrazione e conferiscono alla pianta proprietà adattogene, anti – depressive e stabilizzanti il tono dell’umore.
Perché assumere ginkgo biloba
Oltre ai punti già indicati possiamo sottolineare che è un antiossidante, aiuta a contrastare i danni che le specie reattive dell’ossigeno causano alle cellule. Per la sua azione a livello vascolare l’assunzione di ginkgo biloba è controindicata nei soggetti che soffrono di disturbi della coagulazione e che assumono farmaci anticoagulanti.
Tipo Warfarin e antiaggreganti quali Aspirina. È controindicato anche in gravidanza e allattamento. Nello specifico i principi attivi di interesse medico contenuti nel ginkgo biloba sono:
- Glucosidi flavonoidici tra cui
- quercetina
- Acido cumarico
- Proantocianidine
- Catechine
- Kampferolo.
- Derivati terpenici quali ginkgolidi e bilobalide.
Questi principi attivi sono in grado di Proteggere le cellule cerebrali dai danni dello stress ossidativo, proteggere i mitocondri dai danni legati all’invecchiamento cellulare, migliorare la funzione mitocondriale e il metabolismo energetico, e ridurre il danno neuronale legato ad un eccessivo rilascio di fattore aggregante piastrinico grazie all’inibizione del rilascio dello stesso.
Studi clinici suoi benefici sull’uomo
Le proprietà del Ginkgo biloba sono ben documentate da studi clinici e da numerose fonti in letteratura. I principi attivi contenuti nel Ginkgo biloba, grazie alle loro proprietà nootrope e vascolari, sono ampiamente utilizzati per migliorare i sintomi del declino cognitivo correlato all’età in condizioni come:
- Riduzione della memoria a breve termine.
- Insufficienza cerebrale.
- Trattamento di condizioni come:
- demenza senile.
- malattia di Alzheimer.
- degenerazione neuronale correlata ad eventi ischemici (condizioni legate sia ad una riduzione della funzione mitocondriale che a un massivo stress ossidativo a causa dell’avanzare dell’età).
Patologia di Alzheimer
Per quanto riguarda la malattia di Alzheimer sembra che i componenti triterpenici del Ginkgo biloba siano in grado di prevenire la formazione della proteina β – amiloide responsabile della formazione delle placche tipiche della patologia, riducendo il danno sinaptico ai neuroni corticali indotto da tale proteina.
Tali componenti agirebbero prevenendo l’accumulo intracellulare precoce della proteina β – amiloide. Non risulterebbero agire sugli accumuli extracellulari tardivi. Anche i flavonoidi contenuti nel Ginkgo biloba sembrano avere un ruolo nella prevenzione dell’Alzheimer.

L’insorgenza e lo sviluppo di tale patologia si correlano ad alti livelli di stress ossidativo, come mostrato da analisi compiute post – mortem su soggetti affetti da Alzheimer. Qui si evidenziavano livelli elevati di perossidazione lipidica, ossidazione proteica e ossidazione degli acidi nucleici a livello delle cellule cerebrali.
I flavonoidi sono potenti antiossidanti e scavenger (ovvero sostanze che aiutano a pulire le cellule) e sono in grado di ridurre i livelli tissutali di specie reattive dell’ossigeno e di inibire l’ossidazione dei lipidi di membrana.
Patologie degenerative senili
Le proprietà antiossidanti del Ginkgo biloba, associate alle proprietà vascolari, ne determinano l’utilizzo in alcune condizioni degenerative quali la degenerazione maculare senile. Una revisione Cochrane del 2013 ha confrontato due diversi studi compiuti su pazienti affetti da questa patologia:
- Un primo studio prevedeva la somministrazione di 80 mg di estratto di Ginkgo biloba, due volte al giorno (per un totale di 160 mg totali al giorno), per un tempo totale di sei mesi. Lo studio è stato compiuto confrontando due gruppi di soggetti, uno a cui veniva somministrato l’estratto della pianta e uno a cui veniva somministrato un placebo.
- Un secondo studio prevedeva il confronto tra una somministrazione di 240 mg al giorno ed una somministrazione di 60 mg al giorno di estratto di Ginkgo biloba per un tempo totale di 24 settimane.
I risultati del primo studio hanno evidenziato che il gruppo trattato con Ginkgo biloba mostrava un miglioramento dell’acutezza visiva da 3.8/10 all’inizio dello studio a 6.10/10 dopo sei mesi. Tali risultati sono stati confermati dal secondo studio in cui è stato evidenziato un miglioramento dell’acuità visiva del 0,13 nel gruppo 1 (240 mg) contro 0,10 nel gruppo 2 (60 mg) dopo 24 settimane.
Capacità cognitive e ginkgo biloba
Una meta – analisi, confrontando diversi studi per un totale di 2.561 pazienti, ha messo in evidenza come il trattamento per 22 – 26 settimane con estratti di Ginkgo biloba (240 mg al giorno), abbia migliorato le prestazioni cognitive. Ma anche rallentato il declino cognitivo, rallentando così l’insorgere o il progredire della demenza senile.
Un altro studio, compiuto su topi, mostra invece la correlazione tra i flavonoidi contenuti nella pianta, ed il miglioramento cognitivo. La somministrazione di flavonoidi per 14 giorni ha aumentato la concentrazione di dopamina nel fluido extracellulare della corteccia migliorando le capacità di apprendimento degli animali.
Tali risultati sono confermati da uno studio compiuto su 61 soggetti umani volontari suddivisi in un gruppo placebo ed un gruppo a cui sono stati somministrati 240 mg di estratto di Ginkgo biloba al giorno per circa 60 giorni di trattamento.
Lo studio ha mostrato un miglioramento di efficienza cognitiva, flessibilità cognitiva e aumento delle funzioni pre – frontali correlate con il rilascio di dopamina.
Uno studio compiuto su umani ha evidenziato come gli estratti di ginkgo, in associazione a un’altra pianta, la Rhodiola rosea, siano in grado di migliorare la vigilanza psicomotoria e la memoria a breve termine. Lo studio ha coinvolto 112 volontari (per un tempo totale di somministrazione di 10 giorni) suddivisi in:
Gruppo 1
500 mg/giorno di placebo. In questo gruppo i risultati mostrano che non si sono ottenuti miglioramenti né a livello della vigilanza psicomotoria né a livello della memoria a breve termine.
Gruppo 2
60 mg/giorno di estratto di ginkgo biloba. I risultati ottenuti da questo gruppo mostrano sia un miglioramento dell’accuratezza della memoria di lavoro a breve termine sia un miglioramento generale della vigilanza psicomotoria.
Gruppo 3
500 mg/giorno di estratto di Rhodiola rosea. Come per il gruppo precedente anche questo gruppo ha mostrato miglioramento della vigilanza psicomotoria e della memoria a breve termine.
Gruppo 4
60 mg/giorno di estratto di Ginkgo biloba + 500 mg/giorno di estratto di Rhodiola rosea. I risultati di questo gruppo mostrano un miglioramento in termini di vigilanza psicomotoria e memoria a breve termine superiore rispetto ai gruppi 2 e 3.
I risultati ottenuti dallo studio mostrano intanto che gli estratti di ginkgo biloba sono in grado di migliorare le funzioni cognitive, e che l’associazione con l’estratto di Rhodiola rosea migliora le prestazioni ancora di più.
Da leggere: perché bere il the verde fa bene?
Fonti per approfondire l’argomento
- Evans JR. Ginkgo biloba extract for age-related macular degeneration. Cochrane Database Syst Rev. 2013 Jan 31;(1):CD001775.
- Ude C, Schubert-Zsilavecz M, Wurglics M. Ginkgo biloba extracts: a review of the pharmacokinetics of the active ingredients. Clin Pharmacokinet. 2013 Sep;52(9).
- Tan MS, Yu JT, Tan CC, Wang HF, Meng XF, Wang C, Jiang T, Zhu XC, Tan L. Efficacy and adverse effects of ginkgo biloba for cognitive impairment and dementia: a systematic review and meta-analysis. J Alzheimers Dis. 2015;43(2):589-603.
- Al-Kuraishy HM. Central additive effect of Ginkgo biloba and Rhodiola rosea on psychomotor vigilance task and short-term working memory accuracy. J Intercult Ethnopharmacol. 2015 Dec 22;5(1):7-13.
- Beck SM, Ruge H, Schindler C, Burkart M, Miller R, Kirschbaum C, Goschke T. Effects of Ginkgo biloba extract EGb 761® on cognitive control functions, mental activity of the prefrontal cortex and stress reactivity in elderly adults with subjective memory impairment – a randomized double-blind placebo-controlled trial. Hum Psychopharmacol. 2016 May;31(3):227-42.

Biologa specializzata in biomedicina, amante della natura, degli animali e dello sport. Esperta di microbiota umano e fermamente convinta che l’acqua sia alla base del nostro benessere.

