
I drenanti risolvono il problema della ritenzione idrica?
Molte, moltissime donne lamentano di soffrire di “ritenzione idrica” e sono spesso pronte a fare, a loro dire, di tutto per liberarsene per poi affrontare la solita prova costume.
Alla base di questo problema apparentemente solo estetico c’è, solitamente, un deficit circolatorio causato da un sangue denso e ricco di endotossine che con difficoltà scorre nel torrente sanguigno. Ricordiamo che il sangue arterioso trasporta ossigeno e nutrienti ai tessuti ed il sangue venoso trasporta CO2 e cataboliti dai tessuti. Ragion per cui la “ritenzione idrica” si accompagna di frequente a una sensazione di affaticamento e pesantezza negli arti inferiori.
SUPER SINTESI dell’ARTICOLO
- Cerchiamo di capire qual è il ruolo dell’acqua
- Qual è la percentuale di acqua corporea ideale?
- La versione comune (ma fantasiosa) dei fatti
- La realtà delle conoscenze sulla ritenzione idrica
- Qualche noiosa, ma efficace, nozione scientifica
- Cosa spinge l’acqua fuori dalle cellule dell’uomo?
- Ritenzione idrica: conseguenza di uno stile di vita?
- Idratazione, fattore predittivo di buona salute
- I drenanti sono efficaci per la ritenzione idrica?
Cerchiamo di capire qual è il ruolo dell’acqua
L’acqua corporea totale (TBW) è la quantità totale di fluido presente in un corpo umano. Il corpo umano dovrebbe essere costituito da almeno il 50% di acqua. La percentuale esatta varia in base a una serie di fattori (ad esempio età e sesso). L’acqua corporea è il principale elemento costitutivo delle cellule.
Qual è la percentuale di acqua corporea ideale?
La percentuale di acqua corporea ideale varia sotto l’influenza di diversi fattori come: sesso, età, composizione corporea e condizioni di salute. In generale, le donne hanno una percentuale di acqua corporea inferiore rispetto agli uomini. Questo perché le donne hanno di norma più grasso degli uomini. La percentuale ideale per le donne adulte fluttuerà tra il 45 e il 60%, mentre la percentuale ideale per gli uomini adulti sarà tra il 50 e il 65% del corpo totale. Nei soggetti con corporatura atletica si riscontra un 5% in più di acqua corporea rispetto alla media degli adulti.
La versione comune (ma fantasiosa) dei fatti
Viene definita “ritenzione idrica” quella condizione in cui è presente un accumulo di liquidi in eccesso all’interno del corpo, in particolar modo su glutei, cosce e addome (di fatto le stesse zone dove si tende ad accumulare grasso). Questi fluidi restano intrappolati nel tessuto interstiziale tra le cellule, senza venire regolarmente rimossi. Questo accumulo crea una soluzione idrosalina che dà luogo, appunto, alla “ritenzione idrica” che si manifesta con la tipica pelle a buccia d’arancia su tutta l’area interessata.
La realtà delle conoscenze sulla ritenzione idrica
Mangiare cibi precotti, cibi confezionati, affettati, insaccati, formaggi, latticini e panini su base quotidiana, correre da destra a manca per tutto il giorno immersi in una realtà che di umano ha oramai solo l’aggettivo, recarsi in palestra a sera, ammazzandosi di ogni tipo di attività ad alto impatto e pretendere di non avere la “ritenzione idrica” è pura follia. Nulla di più.
E questi sono solo alcuni degli esempi più frequenti di stile di vita scorretto; uno di quei loop che se non si interrompono immediatamente può creare “ritenzione idrica” persino nel cervello.
Bisogna partire da lì – dallo stile di vita – perché se si beve pochissimo, si ingurgitano cibi processati e carichi di sale dalla mattina alla sera, ci si reca in palestra nelle ore in cui si dovrebbe tener tranquillo il SNC e se ci si arrabbia ad ogni occasione come un cinese a cui sono terminati gli involtini primavera, beh… diventa un inutile investire tempo, risorse e denaro per rincorrere modelli possibili solo con photoshop, sottoponendosi a trattamenti estetici, addirittura dolorosi e invasivi. Certamente, come si decide di gestire il proprio tempo e denaro è una scelta del tutto personale, ma è cosa buona e giusta avere le giuste informazioni, sia che si tratti di salute che di bellezza. Tenendo bene a mente che quest’ultima non può sussistere senza la prima.
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Qualche noiosa, ma efficace, nozione scientifica
Sia la disidratazione che la iper-idratazione sono controbilanciate da sottili cambiamenti ormonali (sistema renina-angiotensina-aldosterone — RAAS — ADH e peptide natriuretico atriale — ANP), che contribuiscono a respingere gli effetti deleteri di queste condizioni anomale. Quando il corpo contiene un “eccesso di acqua” la ridotta concentrazione ionica dei fluidi corporei consente a più acqua di raggiungere il compartimento intracellulare. Le cellule assorbono, il bere viene inibito e i reni espellono più acqua.
In circostanze normali, il consumo accidentale di troppa acqua è eccezionalmente raro. L’intossicazione acuta da acqua si verifica principalmente quando l’acqua viene consumata in grandi quantità senza un’adeguata assunzione di elettroliti. L’acqua in eccesso può diluire gli elettroliti nel sangue, in particolare il sodio. Quando i livelli di sodio scendono al di sotto di 135 mmol / L, si parla di iponatriemia. Il sodio aiuta a bilanciare i fluidi tra l’interno e l’esterno delle cellule. Quando i livelli di sodio diminuiscono a causa del consumo eccessivo di acqua, i fluidi si spostano dall’esterno all’interno delle cellule, causandone il rigonfiamento. Quando ciò accade alle cellule cerebrali, può produrre effetti pericolosi e potenzialmente letali. Al fine di evitare i sintomi di iponatriemia, non si dovrebbero bere più di 0,8-1,0 litri di acqua all’ora, in media.
Condizione differente è l’intossicazione cronica da acqua che ha un’eziologia particolare e può derivare da sindrome da inappropriata secrezione di ADH (SIADH), dall’abuso di farmaci antidiuretici, da carenza di glucocorticoidi, da nefropatie croniche, da mixedema o da grave deplezione di potassio.
Risulta quindi che, il termine “ritenzione idrica” è alquanto inappropriato e induce in errore o comunque de facto ad una interpretazione fantasiosa di una condizione in realtà ben diversa. Dando spazio ad una agguerrita speculazione per eliminarla, anche con costose, inutili e spesso pericolose pratiche in soggetti che molto spesso sono addirittura disidratati.
Se proviamo ad osservare il fenomeno da una prospettiva scientifica e ben presto ci accorgeremo che, il sovraccarico dei liquidi extracellulari (denominazione senz’altro più appropriata ed opportuna in quanto non vi è una ritenzione di liquidi in eccesso, bensì una traslocazione degli stessi) altro non è che una conseguenza funzionale a condizioni particolari.
Usiamo una prospettiva scientifica. Ci accorgiamo che il sovraccarico dei liquidi extracellulari (denominazione più appropriata, non vi è una ritenzione di liquidi in eccesso ma una traslocazione degli stessi) altro non è che una conseguenza funzionale a condizioni particolari.
Cosa spinge l’acqua fuori dalle cellule dell’uomo?
Occorre specificare, innanzitutto, che l’acqua corporea totale TBW è distribuita fra i comparti intra ICW ed extracellulare ECW e che i due valori sono in rapporto fisiologico quando l’ICW è pari al 60/66% e l’ECW al 40/33%. Diversi fattori possono alterare il rapporto della distribuzione idrica. Alcune donne avvertono sovraccarico dei liquidi extracellulari durante la gravidanza o prima delle loro mestruazioni a causa delle fluttuazioni ormonali.
È possibile soffrirne a causa di una prolungata inattività, quando si è costretti a letto o seduti durante lunghi voli.
Tuttavia, il sovraccarico dei liquidi extracellulari può anche essere un sintomo di una grave condizione medica come una malattia renale, un’insufficienza cardiaca o un evento vascolare. In tal caso può causare gonfiore evidente a mani, piedi, caviglie e gambe. In caso di sovraccarico dei liquidi extracellulari improvviso o grave, è sempre opportuno consultare immediatamente un medico.
Ritenzione idrica: conseguenza di uno stile di vita?
Negli ultimi anni la ricerca ha evidenziato che un certo sovraccarico di liquidi extracellulari è presente anche in condizioni di infiammazione sistemica, sedentarietà, malnutrizione e disidratazione. L’infiammazione potrebbe contribuire al sovraccarico di liquidi extracellulari per ipoalbuminemia, perdita capillare e declino (inosservato) della massa magra. In condizioni di stress l’acqua tende difatti a spostarsi dal compartimento intracellulare a quello extracellulare per mantenere l’omeostasi della pressione sanguigna e del volume del plasma adeguati alla condizione. Il rilascio non osmotico di ADH attiva il sistema nervoso simpatico e il RAAS. Qualora lo stress persista, diventando cronico, la presenza di sovraccarico di liquidi extracellulari viene a peggiorare ulteriormente la situazione con la traslocazione delle endotossine attraverso una parete intestinale congestionata e/o un effetto pro-infiammatorio del sodio tissutale.
L’associazione tra la presenza di sovraccarico di liquidi extracellulari e markers dell’infiammazione è stata confermata da diversi studi. Più è elevato il carico di endotossine, più è elevato il sovraccarico di liquidi extracellulari. I soggetti con sovraccarico di liquidi extracellulari e infiammazione presentano spesso un patrimonio idrico scarso (disidratazione) e/o una evidente riduzione dell’acqua intracellulare.
Lo stress cronico e le sue conseguenze
Lo stress cronico e le sue conseguenze sono evidenti in vari modi e sono onnipresenti. Essi riflettono una risposta inadeguata del sistema centrale di controllo nel cervello. Lo stress cronico colpisce tutti
i componenti del corpo dato che gli ormoni dello stress prontamente stimolano i loro recettori, che sono presenti in ogni tessuto del corpo umano. Come i livelli di stress cronico anche la composizione corporea è e resta dinamica per tutta la durata della vita. La valutazione funzionale della composizione corporea con bioimpedenziometria dovrebbe diventare una componente essenziale della valutazione complessiva dello stato di salute e di benessere di un individuo, per tutta la vita.
Idratazione, fattore predittivo di buona salute
A questo punto, dovrebbe risultare chiaro il ruolo che ricopre l’acqua nel corpo umano; è il fattore principale nella termoregolazione, svolge un ruolo essenziale nel metabolismo, funge da mezzo di soluzione, reagente e prodotto di reazione del metabolismo stesso.
Il mantenimento di un costante equilibrio idrico e minerale è di vitale importanza per l’organismo umano e richiede il coordinamento di rilevatori sensibili presenti in diversi siti del corpo e collegati da percorsi neurali con centri integrativi nel cervello che elaborano queste preziose informazioni.
Questi centri sono anche sensibili ai fattori umorali (neurormoni) prodotti per l’aggiustamento della diuresi, della natriuresi e della pressione sanguigna (angiotensina mineralcorticoidi, vasopressina, fattore natriuretico atriale). Le istruzioni, dai centri integrativi agli “organi esecutivi” (rene, ghiandole sudoripare e ghiandole salivari) e alla parte del cervello responsabile di azioni correttive come il bere, vengono trasmesse da alcuni nervi in aggiunta alle sostanze sopra menzionate. La maggior parte dei componenti dell’equilibrio dei fluidi sono controllati da meccanismi omeostatici che rispondono allo stato di idratazione corporea. Questi meccanismi sono sensibili e precisi, e sono attivati sia da deficit che da eccessi di acqua persino nella misura di poche centinaia di millilitri.

Un deficit idrico produce un aumento della concentrazione ionica del compartimento extracellulare, che preleva l’acqua dal compartimento intracellulare, causando il restringimento e la sofferenza delle cellule. Questo restringimento viene rilevato da due tipi di sensori cerebrali, uno che controlla il bere e l’altro che controlla l’escrezione di urina inviando un messaggio ai reni principalmente attraverso l’ormone antidiuretico vasopressina per produrre meno urina e più concentrata.
I reni svolgono quindi un ruolo chiave nella regolazione dell’equilibrio dei liquidi, ed essi funzionano in modo più efficiente in presenza di un abbondante apporto idrico. Difatti, in condizioni di disidratazione essi risparmiano acqua e producono urina più concentrata, situazione che comporta un maggiore stress ed una maggiore usura dei tessuti renali. Ciò è probabile che si verifichi soprattutto quando la dieta contiene quantità eccessive di sale o sostanze tossiche (alimenti processati), che devono essere eliminate il prima possibile.
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I drenanti sono efficaci per la ritenzione idrica?
Uno stile di vita sano ed attivo unitamente al bere una quantità adeguata di acqua sono i primi passi per mantenere l’equilibrio tra acqua intra ed extra cellulare. Oltre che per proteggere e preservare i reni e la loro funzionalità. I drenanti sono efficaci per la ritenzione idrica?
L’uso di integratori specifici è indicato solo se è presente una adeguata condizione di idratazione e la loro azione deve essere mirata a ripristinare l’equilibrio tra ICW ed ECW, prima di poter eventualmente agevolare l’eliminazione del sovraccarico dei liquidi extracellulari.

Neuroscienziato
Istruttore di Medicina dello Stile di Vita
Editor del Journal of Lifestyle Medicine
Membro dell’Advisory Panel della ELSEVIER
Presidente – Mediterranean Society of Lifestyle Medicine
Vice-Presidente – European Lifestyle Medicine Council
“Sia nella vita che nella professione sono un uomo alla ricerca della conoscenza”

